Non vogliamo semplici formatori
Trent’anni fa, quando iniziai la mia attività di formatore aziendale, incontrai opposizione da parte di titolari d’azienda che ritenevano inutile perdere tempo e soldi nella formazione del personale, persino dei nuovi assunti: “chiedono ai colleghi”. I colleghi, ovviamente, o perdevano tempo o non avevano mai tempo, così i nuovi assunti diventavano operativi solo con un enorme spreco di risorse in persone, tempo e denaro.
Nei successivi trent’anni ne ho viste tante, ma, in linea di massima, niente di più sconsiderato. Ora, però, assurdamentef ho trovato di peggio: recentememte sono incappato in un’azienda che si occupa di fornazione ma… “noi non usiamo semplici formatori, vogliamo professionisti che utilizzino quotidianamente gli strumenti che vogliono insegnare”.
Aargh! Semplici formatori?!? Ma ci rendiamo conto di cosa voglia dire formare ed essere formatori? Di quante ore uno debba dedicare allo studio per diventare formatore? Di quante cose uno debba studiare per definirsi formatore? Hai voglia di usare gli strumenti nella quotidiana operatività professionale.
Un professionista non formatore potrà magari, perché non è detto, tenere degli ottimi workshop, ma per insegnare ci vuole altro, per insegnare bisogna saper insegnare e per farlo la propria quotidiana operatività dev’essere l’ insegnamento. Proprio vero: non c’è mai fine al peggio.
Si dice che toccato il fondo si può solo ricrescere, il problema è che non è possibile sapere dove sia questo fondo, quanto sia fondo, quando lo si è raggiunto.
Pubblicato il 29 gennaio 2024, in Formazione aziendale con tag assurdità della formazione, diventare formatori, essere formatori, formazione, Formazione aziendale, ottimizzare le risorse formative. Aggiungi il permalink ai segnalibri. Lascia un commento.
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